MIRAI COME LORO – L’importanza di un garage

Sì, partiamo da un titolo bizzarro.

Sai cosa hanno in comune Apple, Walt Disney, Amazon e Google?

Sì, sono dei colossi.
Sì, sono noti in tutto il mondo.
Sì, sono dei punti di riferimento nei loro rispettivi settori.
Sì, fatturano in modo smisurato con tanti zeri che solo a contarli mi si incrociano gli occhi.
Sì, sono i numeri uno (ma questo era sottinteso).

Ma non solo.
Il loro passato ci racconta una storia con un elemento comune.

Non ci credi? Ascolta come sono nate le big company.

Come sono nate le Big Four

Apple – É il 1976 quando Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne si incontrano e decidono di fondare una piccola società a Cupertino. Unico dettaglio non trascurabile: mancano i fondi.
Vendono un furgone e una calcolatrice elettronica (all’epoca strumento di valore) e racimolano qualche soldo. Mettono insieme i loro progetti, le loro competenze e le loro idee e finalmente danno vita ad Apple.
La mela morsicata non era ancora in gioco: al suo posto un logo primordiale disegnato da Ronald Wayne che rappresentava Isaac Newton seduto sotto un melo.
Quello che accadde di lì a breve è ormai storia: il melo e Newton sparirono e quella piccola azienda nata in un garage (eccolo) si trasformò in un colosso, sinonimo di eccellenza, che ha conquistato proprio tutti.

The Walt Disney Company – Facciamo ora un passo indietro nel tempo e torniamo a quasi un secolo fa.
Era il 1923 quando Walt e Roy Disney, in California, nel garage (ci risiamo!) di casa loro, diedero vita alla Disney Brothers Studio, uno studio di animazione che in breve tempo ottenne un discreto successo. Questo permise loro di passare dai cortometraggi ai lungometraggi per poi diventare la Walt Disney Company con un fatturato da urlo, nota ormai in tutto il mondo.
Topolino, Paperino e Minnie, pur avendo i loro anni, sono ancora i beniamini dei bambini e Disneyland un sogno per grandi e piccini, a dirla tutta.

Amazon – Quando ci serve urgentemente qualcosa, ma non abbiamo voglia di mettere piede fuori casa, ammettiamolo tutti, andiamo su Amazon. Certamente Jeff Bezos quando nel 1994, nel suo piccolo garage (nota bene), negli Stati Uniti, progettò di dare vita a una libreria online, non poteva immaginare che quella libreria si sarebbe evoluta in modo spaventoso, diventano un e-commerce di dimensioni colossali.
Stiamo parlando della più grande Internet Company al mondo, punto di riferimento mondiale per tutti noi. Tra i suoi elementi di forza, come ben sappiamo, ci sono una vastissima scelta di prodotti differenti, prezzi vantaggiosi e consegne in poche ore in tutto il globo.
Jeff Bezos è oggi l’uomo più ricco del pianeta (beato lui!).

Google – La stessa sorte fortunata è toccata a Google, nata nel 1998, in un box della California (o almeno così Google ci dice!). In inglese oggi “to google” significa “fare una ricerca” e anche noi italiani (con rassegnazione dei più tradizionalisti della lingua italiana) ormai iniziamo a pronunciare frasi in slang come “ho googlato” (lo so, è terribile!).
Questo motore di ricerca ha confinato per sempre le enciclopedie tra la polvere degli scaffali delle librerie dei nostalgici.
I più anziani (ma neanche troppo) ricorderanno i suoi predecessori: MSN Search, Altavista e Yahoo!. Solo nominarli ci assicura un salto nel passato.

Dal garage al tavolo di plastica è un attimo

La domanda più banale che potrei sottoporvi è “cosa sarebbe successo se non ci avessero creduto?”. Sicuramente la tenacia e la forza di volontà di ogni socio fondatore è stata determinante. Ognuna di queste realtà è nata ‘dal basso’, con un piccolo budget, ma con tantissima caparbietà.

Ma cosa c’entra Mirai in tutto questo?

Anche Mirai Bay, come loro, è nata da un’idea di due giovani speranzosi, Marco e Lorenzo, che hanno avuto l’ambizione e la caparbietà di condividere la loro idea con Alessandro, Gabriele e Joe (ndr Bastianich).

Eh sì, i nostri 5 eroi non avevano un garage, bensì un bel (si fa per dire) tavolo in plastica a Brescia dove, riuniti nel 2017, si discuteva di una società che permettesse ai business di crescere attraverso questo fantomatico “Growth Hacking”.

Ecco, ora noi non vorremmo sembrare spocchiosi e paragonare le più grandi realtà mondiali e i loro garage alla nostra cara Mirai Bay e al suo tavolo in plastica, però in fondo come il buon Crapa (ndr Davide) dice: “mira alla luna, se sbagli cadrai tra le stelle” (o qualcosa di simile).

E il punto di partenza, considerati garage e tavoli in plastica, ci sembra ottimo.

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