LUCAZionario: Traduzione Luca Zironi - Italiano

lucazionario

Premessa: tutte le parole che presentano consonanti come la Z o la S devono essere lette con il tipico suono emiliano-romagnolo o si rischia di non carpirne a pieno la soave melodia. La consonante L, tuttavia, ha un suono tutto suo, tipico della provincia Ferrarese. È un suono gutturale: nel pronunciarlo bisogna schiacciare il retro della lingua in fondo alla bocca, come a toccare l’ugula, simile alla L della parola inglese “Goal”.

Si tratta di termini tratti dal dialetto locale, neologismi, slang e/o modi di dire della cumpa e usati più o meno spesso nella quotidianità dai regaz pretendendo che l’orbe terracqueo tutto ne conosca il significato.

A

Ac ciacaràd – /ac ciacaràd/ 1. ovviamente: se qualcuno dice qualcosa di estremamente ovvio in una discussione potrebbe sentirsi rispondere “Beh, ac ciacaràd!”.

Agro, Agra – /àgro, àgra/ 1. non poterne più di far qualcosa o di avere a che fare con qualcuno: essere agri di lavorare – essere agro di parlare con qualcuno.

Aiee – /àjee/ 1. esclamazione che indica ribrezzo per un oggetto, persona o contesto: “Rick si è appena defecato addosso – Ajee”.

Aldamar – /àldamàrr/ 1. letamaio. edificiocomplimento: “Sei un aldamaro” (Shakespeare).

Varianti: Aldamar senza paia (Lett. Letamaio senza paglia = solo feci)

Italianizzato: Aldamaro

Arregola – /àrrégola/ 1. sistemato, essere a posto in senso ampio: arregolare l’armadio, essere una persona arregola, una situazione arregola.

Arregolato – /arrégolato/ aggettivo 1. che è arregola.

Arregolatore – /àrrégolatore/ sostantivo 1. colui che arregola.

B

Bagaj – /bagàj/ 1. termine che si riferisce a tutto e niente. Comunque qualcosa / qualcuno che non merita di essere menzionato e/o classificato: dammi quel bagaglio lì sulla tavola; Iames ha portato quel bagaglio con lui ma non so mica cosa sia; basta far rumore con quel bagaglio; chiamami bagaglio che ho bisogno di lui.

Vedi anche Zavaglio

Italianizzato: Bagaglio

Bagige – /bagìge/ 1. arachidi.

Baiocchi – /baiòcchi/ 1. soldi.

Baldone – /bàldone/ 1. contenitore di spazzatura e rifiuti di vario genere: buttare la spazzatura nel baldone della carta/umido/plastica. 2. Persona di cattivo aspetto, sporca, a volte sovrappeso: “Dovresti dimagrire, sei un bel baldone”.

Baldonara – /bàldonàra/ 1. chiasso fastidioso: i vicini fanno della baldonara.

Balotta – /balòtta/ 1. stare in compagnia, fare festa: andare a far balotta da qualche parte/ da qualcuno/ con qualcuno.

Balla – /bàlla/ 1. ubriacatura: l’altra sera mi son preso una gran balla 2. bugie, qualcosa di poco credibile: smettila di raccontare balle.

Bambanare – /bambanàre/ 1. parlare a vanvera senza aver argomenti a sostegno delle proprie tesi: è inutile che continui a bambanare, non hai ragione.

Bambanone – /bambanòne/ 1. chi parla, parla ma non combina mai niente.

Barbastel – /bàrbastèl/ 1. pipistrello 2. a volte riferito all’organo maschile.

Barbuzzo – /bàrbùzzo/ 1. mento.

Bazza – /bàzza/ 1. affare: acquistare una macchina per pochi soldi è una bella bazza. 2. si può usare anche in riferimento a circostanze negative in senso ironico: mi è capitata una bella bazza: ho spaccato la caldaia.

Becca – /bécca/ 1. membro maschile.

Becco – /bécco/ 1. membro maschile.

Bel – /bèl/ 1. bello 2. riferito ad un amico, compare, fra: Ciao bel!

Bertocca – /bertòcca/ 1. cuffia, cappellino, cappello di lana: mettersi la bertocca.

Bestia! – /bèstia/ esclamazione 1. Usata per esprimere sentimenti misti nei confronti di chi dimostra la sua udmezza (vedi udmezza) senza vergogna alcuna: “… – Bestia!”.

Bif – /bìf/ 1. ghiacciolo.

Bigatto – /bigàtto/ 1. verme per andare a pesce.

Bigolo – /bìgolo/ 1. membro maschile.

Borelle – /borèlle/ 1. seni prosperosi: La Gina ha delle borelle da matti.

Bravare – /bravàre/ 1. sgridare: bravare qualcuno – mi hanno bravato.

Brisa – /brìsa/ 1. negazione, non, mica: brisa fare sempre il fenomeno.

Brogna – /brògna/ 1. organo riproduttivo femminile. 2. prugna. 3. ragazza avvenente ma in modo volgare.

Brustoline – /brustolìne/ 1. semi di zucca tostati, abbrustoliti.

Bubana – /bubàna/ 1. pacchia: che bubàna! 2. in senso positivo quando si è propensi a fare festa: stasera: bubanaaaaa!

Bugà – /bugà/ 1. fregatura: che fatta bugà sta macchina.

Bugadara – /bugadàra/ 1. lavanderia.

Busgatt – /bùsgàt/ 1. maiale, porco: mangi come un busgatto.

Vedi anche Ninin.

Italianizzato: Busgatto 

C

Camora – /camòra/ 1. chiasso fastidioso: smetti di fare della camora.

Cancaro – /càncaro/ 1. brutto male: che ti venisse un cancaro! (augurio) 2. persona mal voluta: Ma vai a casa brutto cancaro 3.appellativo amichevole: ma dai, vieni a prenderti una birra anche tu brutto cancaro!

Variante: canchero
Dialettale: cancar

Cartola – /càrtola/ 1. persona valida, che ha dei numbers: sei una cartola.

Cassa – /càssa/ 1. stanchezza: avere una cassa addosso.

Cioccapiatti – /ciòccapiàtti/ 1. sboroni, chi si dà tante arie ma non è in grado di portare a termine un compito: sei un cioccapiatti 2. A volte usato per indicare chi sballa dei piani: tutti vogliono andare al inema a vedere un film ma Giangi, che è un cioccapiatti, vuole andare a vederne un altro.

Cionfa – /ciònfa/ 1. manovra orale su membro maschile: mi farei fare una bella cionfa.

Cinno- /cìnno/ 1. bambino: oh, cinno!

Ciò! – /cìò/ 1. esclamazione per chiamare qualcuno: ciò, vieni qua.

Ciordo – /ciòrdo/ 1. chi non brilla per intelletto.

Ciozza – /ciòzza/ 1. bugia: basta raccontare delle ciozze. 2. Fregatura.

Coppa – /còppa/ 1. parte retrostante del collo.

Coppare – /copàre/ 1. togliere la vita: se non la smetti di rompere i maroni ti coppo.

Coppino – /còppino/ 1. operazione manuale che apporta dolore sulla parte retrostante del collo: ti do un coppino che ti ribalto.

Crepo – /crèpo/ 1. rutto.

Cumpa – /cumpa/ 1. crew, combriccola, gruppo di regaz: stasera alle 8 ci si becca con la cumpa.

Curare – /cùràre/ 1. controllare qualcosa per verificarne la qualità: curarsi il nuovo album degli Anal Cunt – curati il mio nuovo tatuaggio.

D

Dabòn – /dàbòn/ 1. per davvero: sto qua a leggere fa schifo – dabon!

Durezza – /dùrezza/ 1. ubriachezza.

Duro – /dùro/ 1. ubriaco: ieri sera ho bevuto così tanto che ero duro come un copertone  2. rafforzativo per elevare un concetto: ieri prima di vederti ero carico duro, poi…

E

Epico – /èpico/ 1. Espressione di rassegnazione indicante un evento al di fuori della portata umana e che risulta inevitabile da subire: dopo aver rotto il telefono Iames esclama: epico…

Vedi “ci scatta un epico”.

Eora – /èora/ 1. Allora, ma con tono insofferente.

F

Fare Fuoco – /fàre-fùoco/ 1. balzare la scuola: oggi faccio fuoco per saltare le interrogazioni.

Fogat – /fogàt/ 1. consiglio. Letteralmente: affogati.

G

Gabola – /gàbola/ 1. sotterfugio, trucco.

Gatta – /gàtta/ 1. raffreddore: mi son preso una bella gatta l’altro giorno.

Garetti – /garètti/ 1. talloni: ti do un calcio nei garetti.

Ghego – /ghégo/ 1. persona valida, che ha dei numbers: sei un ghego.

Ghignosa, ghignoso – /ghignòsa, ghignòso/ 1. persona smorfiosa e/o antipatica.

Gniccare – /gniccàre/ 1. cigolare: la porta gnicca, mettici dell’olio! 

Grindolo – /grìndolo/ 1. pacchiano, che ha impatto violento sulla vista altrui: Benny, hai delle scarpe belle grindole.

Gordo – /gòrdo/ 1. Qualcosa di che spacca: quanto è gordo quel cappellino!

Variazioni: Strag (da Stra-gordo)

Guzzare – /guzzàre/ 1. fare all’amore: stasera vorrei guzzarmi una bella topa.

H

I

Iazza – /iàzza/ 1. sfortuna.

Imbriccato – /imbrìccato/ 1. scontrato: imbriccarsi contro il muro – imbriccare la macchina.

Indevso – /indévso/ 1. afflitto da ritardo, colui che non spicca per intelligenza: sei un indevso! 

Ingossa – /ingòssa/ 1. sensazione di ribrezzo nei confronti di qualcuno o qualcosa, schifo: i cetrioli mi fanno ingossa – lavati che fai ingossa.

Insamnito – /insamnìto/ 1. persona tonta che sta solo in mezzo ai piedi: levati insamnito!

L

Lima- /lìma/ 1. ubriacatura veramente tanto potente, da stordire per più giorni consecutivi: mi son preso una lima sto weekend che ancora devo ripigliarmi.

Ludro – /lùdro/ 1. sporco, senza ritegno: mangiare come un ludro.

Logato – /logàto/ 1. nascosto.

Logare – /logàre/ 1. nascondere: andarsi a logare.

Lerza – /lérza/ 1. meretrice: attento ad andare a lérze, potrebbe staccarsi la pelle del becco.

M

Maial – /maiàl/ 1. esclamazione ferrarese per antonomasia. Usata in vari contesti, è stata dichiarata patrimonio UNESCO e risulta protetta da copyright di proprietà della provincia di Ferrara.
Con grande rammarico per chi leggerà, la sua traduzione nella lingua italica non fa riferimento al noto animale di cui non si butta via niente: Maial se son carico! – Maial ma si è rotta la caldaia – Maial quanto rompi le balle – Maial che figata! – Maial mi si è rotto un dito – Maial che lima – Maial!

Varianti: ‘ial (forma abbreviata)

Italianizzato: Mai al mondo

Maraglio – /maràglio/ 1. qualcuno o qualcosa di vistoso ma in maniera fastidiosa, cafona: smettila di girare con quei maragli; hai una macchina vagamente maraglia; sarebbe il caso che smettessi di essere un maraglio di questo livello.

N

Ninino – /ninìno/ 1. maiale, porco: mangi come un ninino.

Nizzo – /nìzzo/ 1. livido.

O

P

Paciugo – /paciùgo/ 1. pattume, spazzatura: buttare via il piaciugo 2. combinare un pasticcio: guarda che paciugo che hai combinato.

Panetti – /panétti/ 1. genitali maschili: mi hai rotto i panetti.

Patasgnacchera – /pàtasgnàcchera/ 1. esemplare femminile che beh…

Patecch – /patécch/ 1. ciabatte, pantofole.

Patocco – /patòcco/ 1. non traducibile. Comunque un aggettivo rafforzativo per concetti vari: sono duro patocco – quel cibo è marcio patocco.

Petardo – /petàrdo/ 1. spinello.

Sinonimi: Razzo, Pioppa, Raudo, Caneo, Bonzer

Pirina – /pirìna/ 1. escrescenze nasali per l’eccessivo freddo: avere la pirina.

Pistolare – /pistolàre/ 1. maneggiare, adoperare, agire nei confronti di qualcosa o qualcuno in maniera goffa con il rischio di causare danni momentanei o permanenti: smettila di pistolare con quegli attrezzi – pistolare col telefono – pistolare in testa a qualcuno – pistolare con la becca.

Pinella – /pinélla/ 1. membro maschile.

Pistola – /pistòla/ 1. membro maschile.

Pitona – /pitòna/ 1. ubriacatura: prendersi una pitona.

Pizzare – /pìzzàre/ 1. sorprendere qualcuno, coglierlo in flagrante: Ah! ti ho pizzato fenomeno! – Se ti pizzo fregare le caramelle, ti meno!

Pliccare – /pliccàre/ 1. piccicoso: quando a Luglio vai in giro a fare delle tonde in Piazza Trento-Trieste sudi così tanto da pliccare
Sinonimo: Taclento.

Pluma – /plùma/ 1. tirchiaggine: un uomo con della pluma.

Plumone- /plumòne/ 1. persona scarsamente incline a spendere il proprio danaro: essere un plumone.

Pontagg – /pontàgg/ 1. nutria.

Pucaciof – /pucaciòff/ 1. neologismo coniato da Walter. Riferito a persona anticonformista – punk, punkabbestia, rockettari e in generale chiunque non sia nelle grazie di Walter.

Q

R

Ranare – /ranàre/ 1. cadere rovinosamente a terra, farsi un bel male, possibilmente davanti a sconosciuti: ho tirato una ranata per terra oggi, mi son sbugamato le mani.

Ranzgo – /rànzgo/ 1. tirchio: non essere ranzgo!

Ravanare – /ravanàre/ 1. sinonimo di pistolare.

Reffato – /reffàto/ 1. ritrovarsi, orientarsi, trovare punti di riferimento rispetto a una situa in cui ci si trova: non capivo dove ero finito ma ora mi sono reffato.

Regaz – /régaz/ 1. in riferimento ad amici più o meno stretti che fan parte della cumpa: aspettare i regaz.

Rozzo – /ròzzo/ 1. brutto, persona di cattivo aspetto: poveretta, lei là è un bel rozzo.

Rumare – /rumàre/ 1. cercare: cosa stai rumando? – due ore che rumo e non ho trovato niente.

Ruzno – /rùzno/ 1. sporco: lavati che sei ruzno!

Ruznone – /rùznone/ 1. colui poco avvezzo all’igiene personale: sei un bel ruznone.

S

Sabadina – /sabadìna/ 1. erogazione economica fornita da parenti, generalmente il sabato o la domenica.

Sabadone – /sabadòne/ 1. colui che riceve la sabadina oltre il limite di età consentito rendendosi ridicolo.

Saganato – /sagànato/ 1. essere in fissa con una cosa: essere saganato di calcio 2. riferito ad ambienti pieni: ieri sera il locale era saganato.

Sbarzola – /sbàrzòla/ 1. venticello fresco ma fastidioso quanto basta da imprecare.

Abbreviato: Sbarza

Sbiavdo – /sbiàvdo/ 1. di carnagione particolarmente chiara, tendente al catarinfrangente: Luca è sbiavdo – sei sbiavdo, prendi un po’ di sole.

Sbrisgare – /sbrisgàre/ 1.scivolare: sbrisgare sul bagnato.

Versioni alternative: sblisgare (forse storpiatura cinese).

Sbrozzo – /sbròzzo/ 1.notevole quantità di roba: farsi uno sbrozzo di roba da mangiare – è piovuto uno sbrozzo.

Sbugamato – /sbùgamàto/ 1.rotto, ma tanto rotto: Iames ha il culo sbugamato.

Scapuzzare – /scàpuzzàrea/ 1. inciampamento goffo, ridicolo che produce una caduta a terra del soggetto in questione ancora più ridicola tale da giustificarne lo scherno.

Scarana – /scaràna/ 1. sedia.

Scarezzo – /scàrezzo/ 1. brutto da vedere, repellente, che fa venire la pelle d’oca: quel pontag mi fa scarezzo.

Scaviara – /scaviàra/ 1. chioma appariscente: con quella scaviara rossa sembri un matto.

Scarezzo – /scarézzo/ 1. sensazione di ribrezzo, avversione: fare scarezzo a qualcuno – mi fai scarezzo.

Schirocino – /schìrocìno/ 1. piccolo contenitore di plastica.

Sciancato – /s-cian-cà-to/ 1. rotto: mi son sciancato un dito.

Scrillo – /scrìllo/ 1. forte evacuazione posteriore: stamattina ho avuto da scrillare peso.

Scunzo – /scùnzo/ 1. in cucina qualcosa privo di sale 2. di persona priva di personalità.

Scunzamnestra – /scunzamnéstra/ 1. guastatore, rovinatore, calamità di momenti ilari, divertenti e/o di aggregazione sociale: tutti vogliono andare a vedere un film ma uno della compagnia fa storie perché ha delle pippe: lui è uno scunzamnestra.

Scurza – /scùrza/ 1. peto.

Scurzone – /scùrzone/ 1. persona affetta da meteorismo.

Sdozzo – /sdòzzo/ 1.si dice di oggetti mal funzionanti: ho preso un set di attrezzi nuovi, ma è sdozzo da matti.

Sfessa – /sféssa/ 1. vagina.

Sgagnare – /sgagnàre/ 1. mordere selvaggiamente: sgagnare un osso – il cane mi ha sgagnato!

Sgozzo – /sgòzzo/ 1. qualcuno o qualcosa dall’aspetto repellente: mi fai sgozzo.

Sgubbiare – /sgùbbiàre/ 1. termine nato recentemente a seguito degli eventi di Gubbio, 21 Ottobre 2022. Essere colpiti da un attacco di dissenteria estremamente importante. La vittima resta inerme e, colpita dal suo ineluttabile fato, contamina sé stessa e ciò che la circonda (persone, cose, animali). Lo stimolo lascia la vittima impotente di fronte agli eventi compromettendone l’incolumità portandola a delirio, perdita del controllo sulle proprie azioni e, in casi estremi, svenimento durante l’atto: dopo cena avrò sgubbiato per 40 minuti – sgubbiare fino a svenire – sgubbiarsi sulla schiena – ho sgubbiato – “E per quel giorno sgubbiare fu tutto” (Herman Hesse).

Slandra – /slàndra/ 1. puzza.

Socch’mel – /sòcch-mel/ 1. esclamazione, invito ad effettuare manovre orali. Tipicamente bolognese, ha però ampia diffusione anche in aree del ferrarese limitrofe alla provincia di Bolo.

Varianti: Soccia

Letteralmente: succhiamelo

Sligamata – /slìgamáta/ 1. violenta botta 2. senso figurato anche qualcosa che ti da una pacca visiva : prendere una sligamata 2. in senso ampio, qualcosa che attira l’attenzione in senso positivo: quella macchina è proprio una sligamata.

Varianti: Sliga, Sligama

Soffocotto – /soffocòtto/ 1. fellatio particolarmente virulenta, tanto da soffocare chi la pratica.

Spapla – /spàpla/ 1. espressione facciale di dispiacere, al limite del pianto.

Spargugnare – /spargugnàre/ 1. distribuire, disseminare cose in vari posti: spargugni sempre le cose in giro.

Squasso – /squàsso/ 1. indicante una quantità notevole: mi son fatto uno squasso di pasta per pranzo 2. in meteorologia indicante una bomba d’acqua: c’era il sole poi è venuto uno squasso da matti.

Smissiare – /smìssiàre/ 1. svegliare: smissiati! – vai a smissiare Gerald – Smissiat che è tardi!

Sumarone – /sùmaròne/ 1. somaro di grandi dimensioni 2. riferito a persona poco attenta a recepire consigli e che preferisce procedere di testa sua ben conscio delle conseguenze che comporteranno le sue scellerate azioni.

Susamlone – /susamlòne/ 1. persona con evidenti limiti di ogni tipo, soprattutto cerebrali, ma caratterizzata da essere fisicamente più alta della media. L’ingombro fisico è una caratteristica fondamentale.

Stecca, che – 1. esclamazione, da usare in momenti di particolare esaltazione per qualcosa di piacevole appena scoperto/avvenuto: ho comprato un Pandino 4×4 del 1985 che va anche sui muri – che stecca!

Strazz – /stràzz/ 1. straccio, riferito a persona consumata dai suoi vizi: che strazz che sei, non ti vergogni?

Italianizzato: Straccio

Strigarsi – /strìgarsi/ 1. levarsi dai piedi: strigati che non ne posso più di vederti – mi son strigato da quell’evento.

Struma – /strùma/ 1. evento avverso: finire in un ingorgo è una bella struma – dover pagare i soldi è una bella struma.

Stusso – /stùsso/ 1. urto, botta sia in senso classico che sessuale: mi sono stussato contro il muro in bicicletta – mi piacerebbe dare due stussi a quella tipa.

Svomare – /svomàre/ 1. rigurgitare: stare male e svomare.

Svomo – /svomo/ 1. rigurgito: mi viene lo svomo.

T

Tachente – /tàchente/ 1. riferito a un qualcosa/situazione che spacca.

Tanare – /tànàre/ 1. cogliere sul fatto.

Tardeo – /tàrdeo/ 1. persona che ci arriva, ma con qualche minuto di ritardo.

Traquaccio – /traquàccio/ 1. sotterfugio.

Forma originaria: Traquacc

Tega – /téga/ 1. membro maschile 2. aggettivo riferito a qualcosa che è ritenuto valido: il nuovo modello della Punto è una tega da matti.

U

U.D.M. – /udm/ 1. Letteralmente: uomo di merda. Condizione intrinseca all’esistenza di ogni essere umano, maschio, femmina, LGBTQ+ che sia. Si è udm dal momento che si viene al mondo. Non necessariamente un aggettivo negativo poiché tutti sono inevitabilmente degli udm, appunto. Tuttavia vi è chi ostenta la sua udmezza (vedi udmezzacon orgoglio – e quindi merita di essere schernito – e chi invece la tiene a bada, la mostra in maniera sommessa: Ue uddama, come stai? – Bestia, che udm! – Sei così udm che non hai speranza – Accidenti, che udm!

Varianti: uddama

Versioni abbreviate: Bestia!, Accidenti! – queste due esclamazioni, quando fatte nelle congrue circostanze, si riferiscono sempre e solo a situe in cui è presente un udm grave.

Udmezza – /udmézza/ 1. qualità intrinseca a ciascun essere umano dal momento che viene al mondo. Più questa viene esternata da un soggetto, più questo meriterà vessazioni fisiche e verbali poiché risulterà un grave udm. Solitamente l’udmezza è inversamente proporzionale alla validità di una persona. Diversamente dal sostantivo udm che può essere usato in maniera amichevole, giuocosa, affettuosa e cazzi vari, l’udmezza non ha una connotazione positiva, mai: quest’uomo trasuda udmezza – potresti contenere un minimo la tua preponderante udmezza – “udmezza everywhere” (Oscar Wilde).

Umarell – /umaréll/ 1. termine ormai sdoganato oltre le province emiliane. Persona anziana dedita al noto sport olimpionico del controllo del cantiere, in cui dispensa consigli agli operai – specializzati nel loro lavoro – su come eseguire correttamente la loro mansione. La competizione è così aggressiva che spesso i partecipanti sfiorano le risse o tra loro a colpi di zanetta e dentiere, o con chi è costretto a subire il loro turpiloquio rischiando, in questo secondo caso, di finire 6 metri sottoterra – e fare un favore all’ INPS.

Usta – /ùsta/ 1. prudenza, prestare attenzione nel fare qualcosa: è consigliato usare dell’usta mentre si maneggia un flessibile.

V

Veudo/veuda – /véudo, véuda/ 1. amico/amica, tipo/tipa: Bella, veudo! – fra poco arriva la veuda.

Z

Zapello – /zapèllo/ 1. confusione, disordine: guarda che zapello che hai lasciato in giro.

Zanetta – /zanétta/ 1.bastone.

Zavaglio – /zavàglio/ 1. termine indicante tutto: animali, cose, persone. Comunque qualcosa che non merita di essere menzionato: passami quel zavaglio – mi ha attraversato la strada un zavaglio strano, non ho capito cos’era – ieri è arrivato quel zavaglio in macchina, non ha portato niente da mangiare.

Zagnucco- /zagnùcco/ 1. persona dalla testa dura, testone.

Zdora- /zdòra/ 1. the keepers of the real tradizioni emiliano-romagnole. Maestre di pasta sfoglia.

Zrullare – /zrullàre/ 1. lanciare: zrullare via un oggetto.

Zzingan – /zzingàn/ 1. zingaro, persona trasandata: come ti conci? mi sembri proprio un zzingan.

Zorza – /zòrza/ 1. stanchezza, spossatezza, sonnolenza: mi sta venendo giù una bella zorza – avere la zorza.

Espressioni & modi di dire da veri

A correre e defecare contemporaneamente ci si sporcano i talloni” – tipica espressione altolocata risalente almeno al XIV secolo A.D. e resa nota in particolar modo da Ludovico Ariosto indicante come già allora il multi tasking fosse considerato una cavolata: a corar e cagar ta’t smerdi i garitt.

“(Andare) a nano” – a spese di altri, a scrocco: mangiare a nano – prendere un passaggio a nano.

“Adesso dopo” – conferma e negazione istantanea di un concetto per scappare da doveri impellenti. Quando ti dicono di andare a buttare subito la spazzatura ma tu stai giocando a Trionfo rispondi “Si va bene, adesso dopo lo faccio” rendendo il tuo interlocutore – se non indigeno di Fe – così confuso da colpirsi da solo.

“Capisci orecchia per mastello” – per sottolineare come una persona sia sorda o non ben attenta: “at capisi sempar urecia par mastela”.

Carico duro” – particolare euforia nell’eseguire un’azione: sono carico duro per il concerto di stasera; Iames è carico duro questa sera; A son carag dur.

“Che ti venisse un saltinsù dentro una camera bassa” – augurio, espressione usata per augurare ad una persona di farsi un bel male.

“Ci scatta un epico” | abbr. “Ci scatta” – espressione usata in circostanze di inevitabile sfortuna, in riferimento a conseguenze avverse. Quando scopri che ti hanno rigato la macchina nuova esclamerai “ci è scattato un epico” o semplicemente “ci è scattato” seguito da insulti all’Altissimo e alla sua cerchia di regaz con l’aureola.

“È più facile metterti qualcosa nel retto che in testa” – tipica espressione aristocratica per indicare una persona con evidenti ritardi cognitivi: l’è più fazil metrat i quei in tal cul che in t’la testa.

“È come picchiare uno che defeca” – espressione che indica accanimento su un qualcuno che non può difendersi in modo alcuno perché impedito da un qualche causa psico/fisica: basta prenderlo in giro, non vedi che è come picchiare uno che caga?

“È meglio avere le braghe rotte nel deretano piuttosto che il deretano rotto nelle braghe” – presa da “La Gerusalemme Liberata” di Torquato Tasso, questa similitudine indica che è sempre meglio subire un male minore rispetto ad uno maggiore.

“Fare i bigatti” – espressione usata quando fa molto caldo. La similitudine fa riferimento al compost, poiché col caldo sviluppa prima i vermi, vermi che vengono usati per andare a pesce come esche.

“Hai mai preso 15 minuti di schiaffi in 5 minuti?” – espressione collegata ad una notevole quantità di dolore fisico che sta per essere inflitto ad un malcapitato. Usato spesso per intimorire persone altrimenti difficilmente addomesticabili: “At mai ciapà un quart d’ora ad slapùn in zinc minut?”

“Hai più culo che criterio” – avere un eccesso di fortuna, mentre si scarseggia in criterio.

“Hai visto più uccelli tu che il Bosco della Mesola” – noto bosco del ferrarese, ricco di specie volatili: questa similitudine si usa nei confronti di quelle persone, soprattutto di sesso femminile, che hanno una spiccata passione per l’ornitologia… senza piume.

“Quando la fatica supera il gusto, molla la figa e datti al Lambrusco” – ovvietà.

“Evaquare a coda di pavone” – in casi di mal di stomaco, dopo cene impegnative o serate importanti, si è soliti espellere materiale liquido che solitamente orna il sanitario con una forma incredibilmente simile a quella di una coda di pavone: “Non sono stato mica tanto bene, sta mattina ho cagato a coda di pavone”.

“Sei bella come il culo di una padella” – per le donzelle che se la menano troppo. Il culo di una padella è piatto e probabilmente bruciacchiato, quindi decisamente nulla di così eclatante. Anzi, forse puzza pure di strino. 

“Sei bello come il culo di un cammello” – per i regaz che se la credono troppo, eccessivamente convinti di avercelo solo loro. Sicuramente il deretanal di un cammello puzza.

Giochi di parole veramente stra divertenti

Ac bon café ca fè a Fe – Che buon caffé che fate a Ferrara

Vat al mar ti marti? – Tu vai al mare martedì?

Al par ssut al parsut – Mi pare asciutto il prosciutto

Iet un yeti? – Sei uno yeti?

Al dis play al display – Il display dice “play”

A gh’è un disguido al dis Guido – C’è un disguido dice Guido

G’at di gat? – Hai dei gatti?

As lamenta dla menta – Si lamenta della menta

A nì mai capì nient, animai – Non avete mai capito niente, animali

Lasela lì la sela – Lasciatela lì la sella

Ac bì cavì cà vì –  Che bei capelli che avete

As sem capì, a sem? – Ci siamo capiti, scemo?

Al sarà sarà – Sarà chiuso

M’at capì, mat? – Mi hai capito, matto?