CASE STUDY – Da 0 a 950 contatti in 40 giorni. Come portare un cliente a dire: “Fermatevi! Non riesco a starci dietro!”

consulenza fiscale

Consulenza fiscale: ti è mai capitato di ritrovarti con la richiesta quasi impossibile di un cliente e pensare al suicidio?
E ti è successo, malgrado avessi tutto a sfavore, di riuscire a esaudire le richieste e portare il cliente a dire “Ferma tutto! Non riesco a starci dietro!”
Sia che ti sia capitato, sia che per te suoni come un miraggio, il caso studio contenuto in questo articolo potrebbe darti spunti interessanti, specie se la consulenza fiscale è il tuo spauracchio.

Cosa leggerai in questo articolo:

  1. Consulenza fiscale: le richieste folli del signor L.
  2. Non è magia nera: è Growth Hacking
  3. Basta, ferma tutto! Non riesco a starci dietro!

Quanto saresti disposto a pagare per sapere quante tasse devi pagare?

Sì, suona male, e continuerà a suonare male anche dopo questo racconto, però fammelo raccontare!

Tutto ha avuto inizio quando il signor L. un bel giorno, giunto in Mirai, ci dice: “Bella regà, ho proprio bisogno di voi per vendere questo servizio: un modo unico per sapere quante tasse pagare!”

Inutile dirlo, l’entusiasmo era alle stelle.

Gente che gridava al miracolo, una fila di pellegrini di Equitalia fuori dalla porta dell’ufficio, canti gregoriani in sottofondo e il nostro amministratore che seduta stante si faceva tatuare “I love Agenzia delle Entrate” sull’avambraccio da sfoggiare il giovedì pomeriggio dal commercialista.

Insomma, bella storia.

Eppure non sembrava stesse scherzando il signor L., anzi, ci credeva fortemente.

1. Consulenza fiscale: le richieste folli del signor L.

Dopo un quarto d’ora di delirio totale, terminata la consegna del santino di Joe anche all’ultimo dei pellegrini, il signor L. aggiunge un ulteriore particolare: “Mi dovete generare contatti alla cifra che dico io e in 2 mesi”.

A quel punto crolla il silenzio e Barbara dell’amministrazione, che Dio la abbia in gloria, inizia a consegnare i sali a tutti i presenti che stavano collassando in preda agli attacchi di panico.

Insomma, a fine giornata, avevamo non 1, non 2 ma ben 3 problemi:

  1. generare lead per un servizio di consulenza fiscale;
  2. farlo in un periodo di tempo limitato;
  3. riuscirci al prezzo che il gentile signor L. ci aveva indicato. Non di più, non di meno.

Notti insonni hanno accompagnato il Team di Marketing addetto ad elaborare la strategia, ma dopo una serie di sedute dall’analista, i nostri eroi ne sono usciti senza particolari traumi permanenti.

O, almeno, a noi e al nostro collega Wilson piace pensarla così.

Come dite? Ah… Dalla regia mi dicono che non esiste nessun Wilson.

Vabeh, andiamo avanti che è meglio!

L’idea che è venuta fuori è fondamentalmente di fare quello che ci riesce meglio: BERE!

Dalla regia mi correggono ancora.

Allora è la seconda cosa che ci riesce meglio: TESTARE E OTTIMIZZARE.

2. Non è magia nera: è Growth Hacking

Il pubblico a cui si riferiva tale servizio era eterogeneo, ma accomunato dalla necessità di dover utilizzare un servizio del genere, sia online, sia offline.

Lo scoglio della cifra prefissata non era da sottovalutare, ma abbiamo deciso di affrontarlo in seconda battuta, attraverso l’ottimizzazione da magia nera del growth hacking.

E il tempo? Beh abbiamo fatto finta non ci fosse, ovvio!

Il reale valore aggiunto del lavoro svolto per questo progetto non è stato prettamente tecnico, ma quasi del tutto incentrato sui contenuti.

Il pubblico, come detto, era veramente grande, ma a livello di creatività abbiamo comunque trovato un unico fil rouge: la necessità di una consulenza fiscale.

Il lavoro si è incentrato, quindi, nel creare centinaia di diverse di creatività grafiche in ogni formato, per ogni singola categoria lavorativa: 

  • idraulici
  • personal trainer
  • psicologi
  • architetti
  • astronauti
  • Michael Jordan (his airness)

Ok, ho capito. Basta ora, voi dalla regia. Niente Michael Jordan, mi attengo ai fatti, va bene!

Ognuno di questi target è stato collegato al relativo articolo di blog, che a sua volta illustrava i vantaggi di quel servizio, specifici per ogni tipologia di lavoratore.

Dopodiché abbiamo preso questi 17 terabyte di materiale e, dopo aver ricevuto un “Yeah” dal signor L., abbiamo iniziato a farli vedere senza sosta su ogni singolo social network, più e più volte.

I giorni sono passati, noi abbiamo ottimizzato come matti e tutti vissero felici e contenti!

Scherzavo, non è ancora finita.

3. Basta, ferma tutto! Non riesco a starci dietro!

Un bel giorno, poi, il telefono di via Mecenate ha squillato: era il signor L.

“Bella regà, spegnete tutto che non riesco a starci dietro.”

“Ma… Ma come!?!?” (versi incomprensibili e irripetibili)

“950 contatti in 40 giorni… ci vorranno mesi per gestirli tutti!”

“Ma non dovevano essere 2 mesi?”

La linea è caduta.

Da lì non abbiamo più avuto notizie del signor L.

C’è chi dice si sia ritirato in un monastero in Tibet, altri narrano di averlo visto di notte, vestito da uomo pipistrello, mentre tentava di convertire i Kebab della città in locali vegan friendly.

Non lo sapremo mai.

L’unica cosa che sappiamo è che le nostre sedute dell’analista non sono state vane.  

Se ti stai chiedendo “Ma scusa, è il prezzo che aveva detto il signor L.?”, ti rispondo con una domanda (lo so che non si fa): secondo te?

Hai altre domande esistenziali tipo questa sul caso studio che hai appena letto? Pensi di aver visto il signor L.? Ritieni che l’analista non possa nulla in confronto al potere di una buona strategia?

Allora lasciaci un commento oppure prenota la tua consulenza.

Un abbraccio,

JDF

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