Aria di primavera, aria di rinascita: nuovi progetti fioriscono nella baia di MIRAI e vedono la luce. Tra questi, Benedetta Startup!, il nuovo format di interviste di Benedetta Premi, cuore pulsante della nostra agenzia e Growth Manager di uno dei nostri team di marketing. Dietro al simpatico gioco di parole, si cela un significato profondo e un obiettivo chiaro: dare visibilità alle startup emergenti del panorama italiano, aiutando al contempo gli aspiranti fondatori di realtà aziendali.
Per svelarti i dettagli Benedetta Startup!, Benedetta ha indossato per un giorno i panni dell’intervistata: ecco cosa abbiamo scoperto.
Antefatto: Benedetta prima di Benedetta Startup!
Un’aspirante giornalista: da una vacanza a Barcellona al giornalismo
Se la vita di Benedetta fosse un’opera teatrale, sarebbe il proscenio ad accoglierne le tappe fondamentali. Il palco è l’habitat naturale dell’autrice del nostro podcast, che sin da piccola si è sempre trovata più a suo agio sulla ribalta che dietro le quinte.
Per darcene prova, Benedetta rovista nei ricordi. Indossa un sorriso divertito e riassapora una lontana vacanza a Barcellona: “Avrò avuto dieci anni. Davanti alla Sagrada Familia, con un microfono in mano e mia cugina in veste di regista, mi ero inventata che la cattedrale era stata attaccata dai brigatisti. Nelle prime quattro ore di vacanza, avevo già esaurito la memoria della macchina fotografica”.
I reportage di fantasia si trasformano ben presto nel sogno di diventare giornalista: “Mi piaceva l’idea di scrivere articoli e lavorare nel giornalismo televisivo. Così, dopo il liceo mi sono scritta alla IULM a Milano. Ho frequentato Comunicazione, Media e Pubblicità, che tra i suoi corsi annoverava anche le lezioni di giornalismo”.
Tra aspettative e realtà, però, a volte c’è un terrapieno incolmabile. Per un tirocinio, Benedetta si tuffa nel mondo dell’informazione, entrando a far parte di una redazione. L’esperienza si rivela negativa: “Dopo la laurea, mi chiesero di rimanere. Avevano bisogno di una figura che si occupasse soprattutto delle attività di marketing. Accettai, a patto di poter scrivere un numero sufficiente di articoli per poter svolgere l’esame e accedere all’albo dei giornalisti. Di fatto, colsero la palla al balzo in assenza di altre risorse. L’ambiente non era stimolante, l’esperienza era poco costruttiva, io non mi sentivo all’altezza del mio ruolo: mi fecero credere di non essere abbastanza“.
Dal giornalismo al marketing: l’approdo in MIRAI BAY
Dopo un anno e mezzo in redazione, Benedetta decide di lasciarsela alle spalle e di cercare un nuovo lavoro. Ma se il percorso della vita cambia, alcuni legami restano nel tempo: come la conoscenza di Vito Fasano, ora COO di MIRAI BAY, che già era attivo nella nostra agenzia. “Conoscevo Vito per via degli studi. Vedevo che lavorava in un posto molto bello, postava storie con i suoi colleghi in cui tutti erano molto complici, molto affiatati. Mi sono detta: perché io, a 24 anni, non posso lavorare in un’azienda come quella?“.
Così, nel febbraio 2020, Benedetta si candida per una posizione in MIRAI BAY. Già si parla di coronavirus: di lì a poco, gran parte delle attività si sarebbero ritirate nelle case degli italiani e quasi tutta l’operatività sarebbe diventata da remoto. “Feci un colloquio con il CEO Lorenzo Ferrari che, a fronte della precarietà della situazione, mi lasciò per il momento in standby”.
Ma, a lockdown terminato, Benedetta decide di ricontattare MIRAI BAY: “A giugno scrissi a Lorenzo, chiesi se l’azienda avesse superato indenne il periodo di chiusura, se avesse voglia di fare nuovamente due chiacchiere. A luglio cominciai un periodo di prova, come junior content designer, per poi diventare content designer a ottobre e ricoprire questa posizione per un anno”.
Il lavoro di content designer permette a Benedetta di sviluppare la propria creatività attraverso la realizzazione di contenuti – un’attività che si esprime spesso in sottofondo. Ma Benedetta vuole fare rumore: “Non riuscivo a scrollarmi di dosso il desiderio di mettermi in gioco davanti a una telecamera“.
L’inizio del viaggio: le origini del podcast
Da content designer a manager: una nuova proposta di partnership
Dopo un anno da content designer, arriva per Benedetta il momento della promozione: nel 2021 passa al ruolo di Growth Manager di uno dei nostri team di marketing, e le si apre la possibilità di mettere a terra un progetto personale: “In MIRAI BAY, le partnership con i collaboratori rappresentano un caposaldo. Per cui, quando sono diventata manager, le persone intorno a me hanno iniziato ad avanzare proposte di partnership”.
Ed è qui che si affaccia la giusta occasione, che Benedetta sa cogliere al volo.
“Inizia a innescarsi un pensiero, un progetto che mi permettesse di colmare la piccola mancanza che sentivo, ma anche di continuare a fare il mio lavoro, che mi appassiona. A distanza di un annetto, propongo un primo abbozzo di format, completamente diverso da quello che oggi possiamo chiamare Benedetta Startup!”.
Dall’abbozzo iniziale a Benedetta Startup!: tra incontri speciali e nuovi hobby
In principio, era una rubrica social, che non contemplava il mondo delle startup: “L’idea iniziale prevedeva un format in cui, una volta a settimana, tenevo personalmente una rubrica su trend e tematiche di attualità riguardanti i social”.
Poi, l’incontro con Luca Testa, fondatore della piattaforma all-in-one per droni commerciali Dromt ed ex collaboratore di MIRAI BAY in qualità di Growth Specialist. “Quando ho conosciuto Luca, lui aveva già fondato Dromt, la sua startup. Ho cominciato a partecipare al suo percorso, ad assorbire nuove conoscenze, e mi sono incuriosita, appassionata. Soprattutto, mi piaceva ascoltare il racconto di persone così giovani che hanno il coraggio di imboccare la propria strada e di perseverare, nonostante la crisi e le difficoltà economiche di questo periodo. Mi ha catturata la loro capacità di mettersi in gioco per risolvere problemi e fondare qualcosa che non esiste. E quindi ho pensato: perché non dedicare il mio progetto a intervistare questi nuovi imprenditori?“.
La passione per il mondo delle startup nasce e si sviluppa di pari passo con l’amore per la recitazione, figlia del fascino per le interviste: “Dopo un periodo di stasi tra le medie e le superiori, al liceo ho cominciato a sentirmi più self-confident, lavorando come indossatrice per uno showroom e come modella per diversi brand e negozi. Così, ho riscoperto il piacere di stare davanti alla macchina fotografica”.
Passano gli anni, arriva la proposta di avviare il proprio progetto in MIRAI BAY: “Ne discuto con Lorenzo, e gli dico che, se devo tornare davanti alla telecamera, devo anche formarmi ed essere preparata. Così, mi avvicino al teatro, iniziando a frequentare un corso ogni settimana. Mi si apre un mondo“.
“Consiglio a chiunque di fare questa esperienza – aggiunge Benedetta. – Con la recitazione, ti accorgi di tutti i muri della vergogna, di tutti i limiti che ci imponiamo a causa dei condizionamenti sociali, per paura che gli altri possano pensare male di noi. Se immaginiamo la nostra vita come un 100%, il 20% rappresenta la nostra zona di comfort, mentre l’80% costituisce l’inesplorato: la recitazione ti spinge a superare le tue remore e a esplorare questo 80%. In più, il teatro mi ha aiutata a capire come stare in mezzo e insieme alle persone, e come ascoltare in modo attivo“.
E questo 80%, Benedetta lo sonda anche attraverso Benedetta Startup!.
Svolgimento: “Benedetta Startup! dà voce ai sognatori”
Che cos’è Benedetta Startup!
Oggi Benedetta Startup! è un podcast che vuole dar voce ai fondatori di quelle startup che si stanno facendo spazio nel mercato. Attraverso interviste in profondità, si sviluppa il racconto dei primi passi di aziende in erba: “È facile parlare dei successi di grandi società o realtà unicorno. Più difficile è ricordare le prime sfide che una startup, appena nata, ha dovuto affrontare”.
L’obiettivo del podcast è duplice: da un lato, c’è il desiderio di dare visibilità a quelle startup che devono ancora farsi conoscere, ma che lottano a mani nude per crescere e affermarsi; dall’altro, l’intento è quello di supportare tutte quelle persone che vorrebbero avviare un progetto personale, ma non sanno da dove iniziare, portando l’esperienza di chi ha già superato – o sta per superare – questa fase.
Le startup oggetto del podcast sono, a loro modo, benedette: “Io non credo nella fortuna – racconta Benedetta. – Ma possiamo definire queste startup benedette perché, grazie all’impegno dei fondatori e a una serie di condizioni, sono riuscite a spiccare il volo. Diciamo che la benedizione non è arrivata dall’alto, ma dalla costanza delle persone che ci stanno lavorando”.
L’approccio: come avvengono le interviste
Ogni episodio di Benedetta Startup! dura circa 30 minuti. Ci spiega Benedetta: “I primi 5-10 minuti si concentrano sulla persona dietro al brand e dietro l’azienda. L’intervistato o l’intervistata ripercorre la sua storia personale, per rintracciare, già in tempi non sospetti, quel minimo comune denominatore che tutti i fondatori di startup condividono: la fame, l’ambizione, che non è sorta dall’oggi al domani, ma che piuttosto è stata nutrita nel tempo”. In questo modo, si instaura un rapporto amichevole e conviviale con l’interlocutore.
Si passa poi alla startup: “Cerchiamo di estrapolare tutte quelle informazioni che possono essere utili al nostro pubblico di riferimento, ossia tutte quelle persone che vorrebbero avviare il proprio progetto ma non sono ancora riuscite a trovare il mentor giusto, o qualcuno che li guidi”.
Esplorare l’80%: un podcast tra ammirazione e condivisione
Nel rapporto intimo che si crea con gli intervistati, Benedetta non solo si sente coinvolta, ma anche condivide le esperienze e le prospettive dei suoi interlocutori.
“Per ora abbiamo fatto una decina di interviste, e tutte mi hanno lasciato, al loro termine, una sensazione di pienezza, di contentezza. Ammiro i giovani startupper che ho l’occasione di intervistare, e che hanno un coraggio che forse io, alla loro età, non ho o non avrei avuto. Allo stesso tempo, però, mi capita di sentirmi in comunione con loro: di condividere delle caratteristiche o dei percorsi di vita, che superano le differenze che in apparenza possono esserci”.
Da questa esperienza, per ora appena iniziata, Benedetta si sente già positivamente cambiata, come professionista e come persona: “Sto imparando tantissimo, sia dai racconti degli intervistati, sia dal processo di realizzazione delle interviste, che mi insegna e ricorda l’importanza dell’ascolto. Viviamo in un mondo in cui riuscire a prestare attenzione a un’intera conversazione diventa sempre più difficile. Nelle interviste, invece, io voglio esserci, voglio essere partecipe e parte attiva”.
Le prime sfide e i primi successi di Benedetta Startup!
Come per i fondatori di startup, anche per Benedetta Startup! ci sono stati dei momenti sfidanti: “Momenti in cui ero piena di lavoro, e dovevo fermarmi per le interviste. Ma ogni volta, dopo la registrazione del podcast, mi sono sentita bene, soddisfatta, con un’adrenalina sana ad animarmi: ne vale sempre la pena“.
Qual è stato il primo feedback da parte degli intervistati? “Positivo. Tutti, almeno una volta nel corso dell’intervista, mi hanno detto di aver trovato una domanda particolarmente interessante. E questo è un grande complimento”.
Il futuro: cosa si aspetta Benedetta da Benedetta Startup!
L’uscita della prima puntata di Benedetta Startup! è sempre più vicina. Partiamo con il botto: la nostra prima ospite è Aurora Maggio, CEO di Zefi.AI, piattaforma che si occupa di unificare e categorizzare i feedback degli utenti sulle varie piattaforme affinché queste ultime possano ottimizzare l’experience offerta.
Quale futuro attende Benedetta Startup? Cosa si aspetta la nostra Benedetta Premi? “Benedetta si aspetta che Benedetta Startup! arrivi alle persone. Che passi il concetto che, se sei costante e non ti fai abbattere, puoi raggiungere il tuo sogno”.
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