Il tuo menu in tutte le lingue: Dario Bova racconta Moodbe

“Perché non esiste un menu in italiano? Persino le istruzioni degli elettrodomestici sono in tutte le lingue”. Così, nel 2018, in occasione di una cena a Praga con menu solo in inglese, comincia a prendere forma l’idea di Moodbe – Your social menu: un’app innovativa che rivoluziona l’esperienza del cliente al ristorante.

Tra false partenze e successi oltre le aspettative, Moodbe si costituisce come startup nell’aprile 2021, grazie alla collaborazione tra quattro soci: il CEO Dario Bova, il direttore iOS Giovanni Bova, e i direttori Android Jovan Nikolic e Gabriele Roncolato. Proprio con Dario abbiamo avuto l’occasione di confrontarci, condividendo riflessioni e punti di vista sul digital marketing.

Moodbe: come nasce una startup

Una realtà giovane, ambiziosa e determinata ad affermarsi nel settore food: gli esordi di Moodbe sono databili al 2018, ma tra il colpo di genio e la messa in pratica si sono frapposti il tempo, gli impegni e la fiducia nelle potenzialità nel progetto. Dario Bova ci racconta le prime prove che ha dovuto affrontare nell’avvio della startup: “Il mio obiettivo iniziale era trovare soci programmatori, per poter disporre di risorse interne e rendere i costi sostenibili. Trovai due programmatori, che tuttavia non credettero nella mia visione”.

Come in tutti i racconti che si rispettino, però, subentra un aiutante, che sostiene il protagonista nella sua impresa: “Mio fratello Giovanni, un DJ molto conosciuto a Verona, è sempre stato appassionato di programmazione. Così, ha deciso di aiutarmi: dal suo output sono rimasto folgorato. Siamo poi riusciti a coinvolgere due professionisti, Jovak e Gabriele, con i quali lo sviluppo del progetto è entrato a pieno regime”.

A sorprendere Dario sono stati i risultati ottenuti con il crowdfunding: “Ho fatto crowdfunding da solo, pubblicando tre video su Facebook durante lo scorso anno. La risposta è stata straordinaria: abbiamo raccolto 226.266 € da 127 soci di capitale. Persino il notaio, quando ci siamo registrati come Srl, non si era mai trovato davanti a una situazione di questo genere. Ci ha premiati l’idea, ma anche la credibilità: personalmente, ho sempre lavorato con trasparenza e onestà”. 

Il posizionamento: una nicchia mai toccata

Moodbe non si occupa di ordinazioni, prenotazione e delivery: “Sono ambiti già coperti dai big, con i quali sarebbe controproducente competere – ci spiega Dario. – Una nicchia non ancora toccata è però la consultazione del menu: la mia idea è creare un’esperienza d’acquisto per il cliente nel momento in cui si siede al tavolo, sostituendo il menu di carta”.

Quali sono le differenze rispetto ai competitor? “Nel nostro concept, ci differenziamo dai nostri competitor perché abbiamo unito grafica e divertimento, ad esempio implementando giochi per trascorrere il tempo d’attesa e camerieri virtuali”.

Mockup di Moodbe - Your social menu

Digital marketing: come si sta muovendo Moodbe

Ad oggi, Moodbe si sta muovendo su due fronti: “Da un lato, stiamo cercando procacciatori. A settembre ho pubblicato un post che in un mese e mezzo è andato molto bene: abbiamo ottenuto 148 contatti, che abbiamo provveduto a profilare. Online, tuttavia, dobbiamo ancora ingranare: questo anno e mezzo di lavoro ci è servito soprattutto per fare test, prevenendo il rischio di mettere sul mercato un’app che crasha o che non funziona adeguatamente. Abbiamo coinvolto un campione di ristoratori, ai quali abbiamo chiesto cosa piacesse o meno del nostro prodotto”.

Oggi possiamo ritenerci pronti, – afferma Dario – ma non ancora prontissimi, abbiamo inquadrato l’offerta commerciale, abbiamo il giusto mix di competenze di marketing, ma ora è arrivato il momento di avviare la nostra attività online: ad esempio, stiamo facendo rifare il nostro sito. Al momento, siamo un po’ fermi anche per la difficoltà nel trovare un collaboratore esterno, un’azienda, che non faccia solo grandi promesse: abbiamo bisogno di un partner di cui possiamo fidarci, che prima di stringere un accordo ci mostri le sue potenzialità”.

Molta soddisfazione, invece, per un intervento di un certo calibro: “Abbiamo ricevuto inaspettatamente una recensione organica molto positiva da Salvatore Aranzulla. Per noi, è stato un sostegno molto utile, che sta generando ancora download”.

I numeri e i passi futuri di Moodbe

Il CEO di Moodbe ci presenta i risultati raggiunti: “Ad oggi possiamo contare su oltre 15.000 utenti che hanno scaricato l’app, e su 102 ristoranti registrati, di cui 64 con abbonamento, mentre il resto con contratto free. Siamo presenti anche all’estero, in particolare in Spagna, a Malaga. Sono numeri che abbiamo raggiunto senza alcuna campagna online e con minime attività di marketing, ma che dobbiamo far crescere. Ora dobbiamo spingere, ed è la grande sfida in cui siamo ingaggiati: dopo un primo round di raccolta fondi, dobbiamo avviarne un secondo, magari appoggiandoci a una piattaforma esterna di crowdfunding”.

Il team di lavoro si limita oggi ai quattro soci e ad alcuni collaboratori esterni, ma è destinato ad allargarsi: “Ci rivolgiamo a una nutrizionista che controlla gli ingredienti sui menu, a un agente pubblicitario, a un copywriter, e a una serie di professionisti che fanno parte del nostro ecosistema. Lavoriamo tutti da remoto e riusciamo a coordinarci grazie ad automatismi e software. In futuro potremmo pensare di stabilire un ufficio, ma sarebbe più di rappresentanza”.

Abbiamo tanta voglia di emergere: è giunto il momento di giocare davvero le nostre carte”, conclude Dario.

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