MIRAI COME LORO – Perché dovremmo essere tutti Alfonsina Strada?

Alzi la mano chi ha già sentito parlare di Alfonsina Strada.
Nata il 16 marzo del 1891, Alfonsina Morini Strada è nota per essere la prima donna ad aver partecipato al Giro d’Italia.
Ma andiamo con ordine.

Alfonsina, il diavolo in gonnella

Originaria dell’Emilia, Alfonsa Rosa Maria è figlia di contadini.
La sua passione sin da piccola erano le due ruote. Da bambina sfrecciava tra le vie del paese e, con una bici ridotta malissimo, comprata di seconda mano da suo padre, era in grado di battere ogni amico in velocità.
In sella alla sua bicicletta non aveva rivali.
Pedalava ogni giorno, fortissimo, e i suoi genitori non smettevano di ripeterle di andare piano, ma lei – forte e testarda – non mollava il colpo.
“Smetterà quando sarà più grande, cambierà quando sarà una signorina”, pensavano la mamma e il papà.
Ma sbagliavano!

Gli anni passarono e assieme a lei crebbe la passione per la bicicletta.
In quei tempi vedere una ragazza in sella a una due ruote non era cosa usuale, tanto più se era solita correre a più non posso.
La domenica partecipava, ogni volta che poteva, a delle gare e le vinceva. Il tutto all’insaputa dei suoi genitori che la sapevano in chiesa per la messa domenicale.
Si narra che molte persone al suo passaggio l’avessero soprannominata “il diavolo in gonnella”, ma questo rendeva ancor più orgogliosa Alfonsina che di fermare la sua bicicletta non aveva proprio intenzione.

Una bicicletta da corsa in dono

Era ormai diventata una donna quando decise di sposare Luigi Strada. “Finalmente metterà la testa a posto!”, pensavano i familiari e in un certo senso fu così.
Si sposò, si trasferì a Milano e il giorno delle sue nozze ricevette in dono da suo marito una bella bicicletta da corsa.

Fu questo l’avvenimento che segnò una cesura tra il passato e il presente di Alfonsina.
Suo marito si ammalò e fu ricoverato. Il suo lavoro da sarta non era più sufficiente a supportare le spese mediche di suo marito, così pensò che avrebbe dovuto sognare in grande sfruttando ciò che sapeva fare meglio: pedalare fortissimo.

Una donna al Giro d’Italia

Partecipò a diverse competizioni e le vinse, ma sentiva che avrebbe potuto fare molto di più.
Pensò bene di presentarsi nel 1924 al Giro d’Italia. Nessuna donna aveva mai partecipato prima di lei e la cosa parve molto strana anche agli organizzatori. D’altra parte il regolamento non si esprimeva sulla partecipazione femminile al torneo, per cui non poterono vietarglielo.

Il timore più grande degli organizzatori era che la competizione potesse apparire una “pagliacciata”, ma Alfonsina non aveva alcuna intenzione di ritirarsi ancor prima di aver iniziato questo nuovo e straordinario viaggio.

Furono in moltissimi a contestarla e altrettanti ad amarla.
La notizia della donna in bicicletta destò curiosità e sorpresa in tutta Italia e non seguire la vicenda di Alfonsina diventò impossibile.
Concludeva ogni tappa con risultati discreti, talvolta anche sorprendenti.
Al suo arrivo non mancava mai una folla di persone pronta ad accoglierla con doni e denaro.

Durante l’ottava tappa, L’Aquila-Perugia, Alfonsina cadde rovinosamente, ma non si diede per vinta. Il manubrio fu sostituito da un manico di scopa e proseguì la corsa.
Tagliò comunque il traguardo, ma fuori tempo massimo. Fu quindi estromessa dalla competizione, ma le fu concesso di proseguire il Giro d’Italia, non rientrando però come partecipante della competizione e lei accettò.

«Sono una donna, è vero. E può darsi che non sia molto estetica e graziosa una donna che corre in bicicletta. Vede come sono ridotta? Non sono mai stata bella; ora sono… un mostro. Ma che dovevo fare? (…) Ho un marito al manicomio che devo aiutare; ho una bimba al collegio che mi costa 10 lire al giorno. Ad Aquila avevo raggranellato 500 lire che spedii subito e che mi servirono per mettere a posto tante cose. Ho le gambe buone, i pubblici di tutta Italia (specie le donne e le madri) mi trattano con entusiasmo. Non sono pentita. Ho avuto delle amarezze, qualcuno mi ha schernita; ma io sono soddisfatta e so di avere fatto bene.»
Alfonsina Strada, intervista al Guerin Sportivo.

Fu il suo primo e unico Giro d’Italia. L’anno successivo le negarono la possibilità di partecipare.
Alfonsina Strada stabilì però un record di velocità rimasto imbattuto per 26 anni.

Ma cosa c’entra il ciclismo con il Digital Marketing?

Ecco perché tutti dovremmo essere come Alfonsina Strada.
Ecco perché Mirai Bay è un po’ come la protagonista della nostra storia.
Ci abbiamo creduto quando il progetto sembrava un’utopia, abbiamo rischiato, abbiamo avuto fiducia nelle nostre potenzialità e lavoriamo ogni giorno affinché il nostro ultimo traguardo non sia mai l’ultimo.
E sì, probabilmente noi non siamo dei campioni del ciclismo, ma con il ping pong non ce la caviamo per niente male!

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