“Non camminerai più”.
Si deve provare una sensazione terrificante al sentirsi dire una frase del genere.
Aveva dato tutto e aveva ottenuto il meglio dalla vita, ma ora si ritrovava privato delle sue gambe.
Già, proprio così. Un incidente, una tremenda fatalità.
Eppure tu, da un momento all’altro smetti di far sempre quello che hai fatto, quello che avevi scelto, quello per cui avevi fatto tanti sacrifici e – diciamocelo – quello che ti riusciva così bene, tanto da farti diventare tra i più noti piloti automobilistici del mondo.
Quel maledetto giorno del 2001
Succede ad Alex Zanardi, classe 1966, il 5 settembre 2001.
Si correva al Lausitzring e Alex partiva 22esimo. Era una giornata piovosa, tanto che la partenza delle vetture in gara fu rimandata più volte.
Poi, finalmente il via! Alex dalla sua 22esima posizione risale la classifica e, giro dopo giro, sorpasso dopo sorpasso, guadagna il primo posto! Una risalita spettacolare durante la quale il nostro sportivo assapora il gusto del podio.
Tredici giri all’arrivo, un pit stop e una partenza a razzo per raggiungere la vittoria.
Inspiegabilmente però Alex, forse per la presenza di acqua e olio sulla pista, perde all’improvviso il controllo dell’auto e fa un testa-coda. In quel momento sopraggiungevano a gran velocità due dei suoi colleghi. Il primo riesce a evitare il mezzo in pista, mentre il secondo, Alex Tagliani, fallisce nell’impresa e va a schiantarsi violentemente contro la vettura di Zanardi provocando conseguenze irreversibili.
Alex rischia di morire, 4 giorni di coma farmacologico, ma è forte: lotta e resta in vita.
Ciò che vede invece la fine (almeno per ora!) è la sua carriera come pilota.
Una tappa, probabilmente la più importante, si è chiusa.
A questo punto niente ha più senso.
I limiti sono solo nella nostra testa
Potrebbe terminare qui questa storia, con l’amaro in bocca. Ma così non sarà.
Alex si rimette in pista e ci riprova. Quel che sembrava ormai un sogno infranto prende nuovamente forma e il bolognese porta a casa diversi importanti traguardi e vittorie dal 2005 in poi.
Fine della storia? Neanche per idea!
Probabilmente basterebbe questo come lieto fine per una bella storia, ma Zanardi non ha limiti. È positivo e determinato e vuole di più.
In fondo, in quel maledetto giorno di settembre, gli dissero che non sarebbe più tornato a camminare, ma nessuno gli disse che non avrebbe potuto correre!
Così inizia ad allenarsi, cercando di superare i suoi limiti. Ci riesce con successo e intraprende la carriera come paraciclista, aggiudicandosi numerosissime coppe mondiali e ottimi posizionamenti nelle prove a cronometro, su strada e anche in staffetta.
Parola chiave: reinventarsi
Perché Alex Zanardi è un vero campione?
Per le sue coppe e le sue medaglie? Anche, ma non solo. É un campione semplicemente perché non si è mai arreso, perché ha saputo reinventarsi con ottimismo e tenacia.
“Reinventarsi” oggi è una delle parole che più dovremmo tenere a mente in un momento tanto delicato come quello dell’Emergenza COVID-19.
Per noi di Mirai Bay si tratta di reinventare le strategie che avevamo dato come assodate per questo mese, reinventare contenuti, reinventare il nostro punto di vista.
Per tante aziende reinventarsi significa convertirsi e ribaltare la loro produzione.
Per tutti significa reinventare i nostri giorni, le nostre priorità e abitudini e disegnare una nuova strada per raggiungere i nostri obiettivi, sperando di avere almeno l’1% della forza di volontà di un campione come Alex Zanardi e raggiungere vette che non avevamo neanche immaginato.