“È una mattina di gennaio 2020 e un uomo, un padre di famiglia, esce come tutte le mattine in moto per andare al lavoro. Quella sera, però, non tornerà a casa. Subisce un grave incidente e picchia la testa sull’asfalto. Quell’uomo era mio padre, è mio padre”.
Così comincia il pitch con cui lo scorso martedì 16 maggio il nostro CEO Lorenzo Ferrari ha raccontato a centinaia di investitori Parentube, la prima piattaforma in Italia a supporto dei neo genitori e made in MIRAI BAY, la digital company associata a UNA (Aziende della Comunicazione Unite).
A ospitare una breve sintesi della nostra storia, la DEMO NIGHT di FuturED, il programma di accelerazione organizzato da H-FARM e Cassa Depositi e Prestiti che ha coinvolto le 9 startup più innovative del Paese, compresa la nostra.
“Abbiamo preparato questo giorno per un anno – commenta Lorenzo. – È stato emozionante, importante, ma anche faticoso, perché quando hai una missione così delicata il peso delle responsabilità si fa sentire. Ovviamente, da questo momento in poi continueremo a fare il nostro meglio, lavorando con i migliori partner, gli investitori, che sposeranno la nostra visione”.
L’incipit del discorso di Lorenzo, però, è anche la pietra d’angolo del nostro progetto, tanto ambizioso quanto impattante sulla società. Il tragico evento (fortunatamente non fatale) che il nostro CEO ha dovuto affrontare l’ha spinto a riflettere sull’essere genitore, soprattutto nell’eventualità che vengano a mancare i propri punti di riferimento.
Dietro al pitch sul palco di H-FARM c’è un lungo percorso di ricerca, di dialogo con i neo genitori per capire le loro esigenze. Soprattutto, ci sono persone, professionisti che nel segno di un’unica piattaforma si sono uniti per una causa cruciale. Ci sono decine di esperti dell’infanzia che lavorano con noi, ma anche i membri del team di Parentube che da subito hanno fatto parte di questa avventura: l’Head of Growth e Co-Founder Giuseppe Macchia e il Chief Design Officer Jacopo Bruno.
Fondare una startup: Giuseppe Macchia racconta Parentube
Per Giuseppe, che insieme a Lorenzo ha fondato Parentube nel 2021, la necessità di creare una piattaforma per neo genitori è sorta dal confronto, negli anni, con i maestri del settore dell’infanzia: “Con loro è emerso che da parte dei genitori c’era sempre di più la richiesta di consigli e di risposte a domande legate a qualunque aspetto della genitorialità. Mi ha subito colpito che i genitori non avessero un punto di riferimento per il loro percorso genitoriale”.
“Per me, si trattava di un problema da risolvere – continua Giuseppe. – Questo in un paese come l’Italia, ancora poco digitalizzato. Per un genitore più avvezzo alle nuove tecnologie, una piattaforma come Parentube può rappresentare la soluzione, non tanto una guida, ma uno strumento di sostegno nella crescita dei figli. Non possiamo mai dire al genitore cosa fare, ma possiamo essere al suo fianco per aiutarlo a compiere le scelte migliori e a far fronte alle possibili frustrazioni”.
Sulla nascita di Parentube, Giuseppe spiega: “Lorenzo e io abbiamo più o meno la stessa età. Abbiamo iniziato a parlare dell’argomento, pensando a quella che avrebbe potuto essere una nostra esigenza futura. Con la sua successiva vicenda familiare, il bisogno di creare una realtà come Parentube è diventato ancora più forte”.
Come ingaggiare i professionisti: esperti e digitale
Se da un lato la piattaforma offre agli utenti la possibilità di essere personalizzata in base alla crescita dei figli, dall’altro gli esperti attualmente coinvolti sono numerosi e coprono le principali aree di incertezza dei genitori.
Come avviene il processo di ingaggio? “Stiamo avendo molte richieste, e sempre più professionisti entrano nella famiglia Parentube. Se prima della pandemia la consulenza avveniva soprattutto in presenza, negli ultimi anni anche questo target ha iniziato a vedere nella digitalizzazione il futuro”.
“La relazione che costruiamo con gli esperti è ottimale e collaborativa. Sono molto attivi tanto nella realizzazione di video nel nostro studio, quanto nella stesura di articoli per il nostro blog. Hanno capito che ci sono tantissimi modi per seguire i clienti e che noi possiamo essere un player che aiuta la trasformazione del loro mercato. Sentono che il futuro sta arrivando”.
“Una cosa simile – continua Giuseppe – sta avvenendo con i brand. Ci sono diversi grossi brand di moda o accessori per bambini che ci hanno riconosciuti tra i primi grandi player nella genitorialità, nell’informazione su questi temi, e vogliono cavalcare l’onda della digitalizzazione in un mercato ancora poco digitalizzato”.
Un progetto ad alto impatto: tutte le sfide
“Puntiamo a essere un game changer nell’ambito della genitorialità – ci svela Giuseppe. – Abbiamo una missione davvero importante: sappiamo che i bambini di oggi sono diversi, che la crescita e la loro educazione sono una sfida ancora più complessa. Il nostro obiettivo, però, è cambiare il mondo a partire dalle nuove generazioni, delle quali la famiglia è la culla. Per questo dobbiamo supportare i genitori al meglio”.
Quali sono, invece, le criticità che nel concreto Parentube ha dovuto superare? “All’inizio abbiamo dovuto capire come entrare in empatia con mamme e papà. Ci rivolgevamo agli utenti con un approccio un po’ da pubblicitari. Quindi, abbiamo dovuto comprendere come parlare la stessa lingua dei genitori”.
E aggiunge: “Se guardiamo al futuro, una grande sfida è il fatto che il mercato non sia ancora pronto: serve un cambio di mentalità. La genitorialità è una disciplina da studiare, al pari dell’ingegneria o della crescita personale. Veniamo da generazioni, quelle dei nostri genitori, che per crescere i propri figli si sono sempre basati sui consigli delle generazioni precedenti”.
“Ora, invece, con la diffusione di studi sullo sviluppo emotivo e cognitivo del bambino, con l’affermazione delle diverse branche di ricerca della genitorialità, la situazione sta cambiando. Ancora, però, è necessario rendere più consapevoli i genitori, aiutandoli a conoscere le giuste pratiche”.
Creare contenuti per Parentube: il racconto di Jacopo Bruno
Come accennato da Giuseppe, parlare ai neo genitori richiede una sensibilità diversa, che il Chief Design Officer Jacopo Bruno ha saputo implementare nel realizzare i contenuti di Parentube. Coinvolto nel progetto nel 2021, Jacopo ha da subito compreso che l’iniziativa sarebbe stata fondamentale per la società in cui viviamo.
“La mia posizione di CDO – ci spiega Jacopo – è principalmente incentrata su tutto quello che riguarda la produzione e la supervisione dei contenuti video, fotografici e grafici veicolati sui social e sulla piattaforma. Dato il pubblico a cui ci rivolgiamo, è sempre molto importante trovare il giusto modo per comunicare il messaggio di Parentube, sia a livello testuale, sia a livello visivo: direi che questa è una bella sfida”.
Rispetto alla collaborazione con gli esperti, Jacopo racconta: “Nell’atto pratico di creare i contenuti video, è essenziale mettere a loro agio i professionisti. In questo, il mio ruolo è semplificato dall’ottimo lavoro che Stefania Ravasi, Psicologa e Psicoterapeuta dell’età evolutiva, fa sempre in fase di gestione degli esperti, fin dal primo contatto: il nostro obiettivo comune è che siano gli esperti in primis soddisfatti di quello che trovano quando entrano in Parentube, per poterci poi restituire del contenuto di grande valore per tutti i genitori”.
“Oltre a occuparmi dei contenuti, – aggiunge Jacopo – collaboro anche insieme al resto del team nella pianificazione e nella progettazione del futuro della piattaforma, e nel mantenere un’esperienza di usabilità per gli utenti sempre piacevole”.
I prossimi passi per un futuro migliore
Come specifica Giuseppe Macchia, la DEMO NIGHT di FuturED è stata sì un primo coronamento del nostro percorso, ma anche un nuovo punto di partenza: “È stato un ottimo evento, in cui abbiamo presentato Parentube a una vasta platea. Dopo il pitch di Lorenzo, abbiamo anche ricevuto al nostro desk diverse persone che ci hanno chiesto informazioni e dato feedback. Sappiamo, però, che è solo l’inizio”.
Al varco di questa avventura a H-FARM, ci attende il futuro. Gli sviluppi previsti per Parentube prevedono innanzitutto l’allargamento del team, in particolare ingaggiando nuovi esperti. Proprio per quanto riguarda i professionisti coinvolti, continueremo a migliorare la loro esperienza di collaborazione.
Sul fronte tecnologico, invece, Parentube sta già lavorando all’implementazione della sua Mobile App: “Vogliamo essere a disposizione di tutti, in qualunque momento, velocemente”. L’applicazione si inserisce in uno scopo più ampio, quello di aumentare le possibilità di connessione tra genitori ed esperti.
Per quanto riguarda l’offerta di contenuti, Jacopo Bruno approfondisce: “Abbiamo in mente tante strade che vogliamo percorrere. Oltre a incrementare il numero di esperti, vogliamo personalizzare ulteriormente il prodotto Parentube. Questo per dargli un volto che sia il punto di riferimento tangibile per tutti i genitori che usano quotidianamente la piattaforma”.
“Consiglia Parentube ai tuoi amici”: perché sceglierci
Che cos’è Parentube per te? E cosa diresti se dovessi consigliarlo a dei tuoi amici neo genitori?
Ci svela Jacopo: “Per me Parentube è, e sarà sempre di più, il luogo dove i papà e le mamme potranno trovare risposte precise, esaustive e soprattutto verificate alle loro domande sul lavoro più complicato di tutti: essere genitori”.
Aggiunge Giuseppe: “Ai miei amici descriverei Parentube come un ecosistema che sostiene i genitori, ai quali vogliamo offrire le migliori informazioni provenienti dai migliori esperti in circolazione. Vogliamo essere la prima soluzione a cui mamme e papà si rivolgono quando hanno un dubbio”.
“Consiglierei: vai su Parentube e iscriviti alla piattaforma – conclude Giuseppe. – Perché tutti abbiamo bisogno di un supporto quando intraprendiamo il viaggio tanto sfidante, quanto emozionante, della genitorialità”.
Bravi genitori non si nasce, si diventa. Scopri Parentube: clicca qui.
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